Photo © Ruinelli Architetti Associati
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Menzione d'onore ad Armando Ruinelli per la Riqualificazione di una stalla nel villaggio svizzero di Soglio, in Val Bregaglia.
Il progetto di riqualificazione della stalla affronta il tema del recupero di un edificio rurale in disuso, collocato nel nucleo storico, e la sua trasformazione in spazio per abitare. La scelta di conservare il volume originario, con i muri angolari in pietra e il tetto in piode, denota l'attenzione per la lettura del tessuto urbano e l'interpretazione di questo edificio come segno importante per comprendere le stratificazioni che hanno configurato il villaggio di Soglio e i suoi margini.
La stalla, edificata nella seconda metà del diciannovesimo secolo, era infatti l'ultima costruzione, insieme alla casa del pastore, nel percorso di uscita dal nucleo verso i monti.
Il progetto indaga la possibilità di costruire in continuità con l'esistente, attraverso metodi e materiali contemporanei capaci di assumere i caratteri identitari del luogo, in un dialogo tra modernità e tradizione, senza alcuna nostalgia per il passato e, in questo caso, per l'odore di stalla.
La cura per un ambientamento corretto genera un'architettura sobria che si propone come intervento nuovo e, allo stesso tempo, come fatto normale per il villaggio.
Da un punto di vista distributivo, la casa si articola su tre livelli, l'ingresso è al piano terra, con gli ambienti di servizio e le stanze per gli ospiti affacciate sul cortile, il primo piano è un ambiente unico con cucina, soggiorno e studio disposti intorno al blocco delle scale e del focolare, un'ulteriore camera e la loggia sono collocate al secondo piano.
I fronti sono in pietra e legno, come la tessitura originaria, e presentano inserti in calcestruzzo battuto, con un'anima in cemento armato, a incorniciare le nuove aperture del piano terra. Assi verticali in legno di quercia sono ritmicamente accostate a comporre una schermatura manualmente mobile, un filtro per la luce che disegna all'interno campiture d'ombra variabili, attraverso le grandi aperture divise già in origine da una croce in abete.
Gli spazi esterni sono disposti su tre livelli, secondo il declivio naturale, connessi tra loro da un muro di cinta che li delimita verso l'esterno, nella tradizione dell'hortus conclusus. Il muro moderno è in calcestruzzo battuto, sembra un'estensione dei muri interni alla casa, da questi prende origine e materializzazione, facendosi carico di generare dalla ex-stalla una nuova esperienza urbana, enunciando la teoria del costruire contemporaneo in continuità con il contesto.
L'alchimia del progetto è creata da pochi elementi, che assumono perciò un valore di essenzialità e necessità.
I materiali impiegati, contemporanei ma non composti, non industriali, sono calcestruzzo battuto, legno massello di quercia grezzo e acciaio saldato trattato a mano, il loro essere “accordati”, con chiarezza e distinzione, rende evidente il principio architettonico.
Il materiale ha un aspetto grezzo, ma è preparato e usato con estrema precisione, non con improvvisazione e approssimazione, ma con il progetto e la capacità artigianale.
La struttura interna è in calcestruzzo battuto lasciato a vista, nel quale il soffitto in quercia penetra mentre, con una fuga di un centimetro, resta staccato il pavimento.
Il calcestruzzo battuto ha un comportamento statico assimilabile a quello del muro tradizionale in mattoni. Il nuovo muro non è concepito come una “scatola” posta all’interno dell'involucro esistente, bensì ricerca una fusione con il muro antico in pietra, come fosse una sua traduzione in linguaggio e tecnica contemporanei.
Tutto ciò che è nuovo qui è progettato in modo esatto. Il calcestruzzo è realizzato in fasi giornaliere di 17 cm, il tagwerk -il lavoro di un giorno- è riconoscibile nella stratificazione orizzontale dei muri, è intrinsecamente impreciso ma la visibile imprecisione è stata prevista e controllata.
Tutto viene predisposto prima del getto, interruttori, scarichi, serpentine per il riscaldamento a parete, telai delle porte e ancoraggi dei serramenti.
L'esecuzione è sperimentale e deriva da una ricerca condotta attraverso prove e modelli realizzati in scala 1:1, che hanno confermato la scelta del tipo di legno, la quercia, e le modalità di relazione e accostamento tra i materiali.
Venticinque metri cubi di quercia indigena sono stati acquistati e lavorati nel medesimo luogo, affinchè il materiale utilizzato dal carpentiere e quello usato poi dal falegname avessero lo stesso colore e comportamento, la stessa patina che racconterà su pavimenti e soffitti, porte, letti e armadi, lavandini, l'essere della casa nel tempo e la vita che in essa si svolge.
Come nelle antiche dimore locali dall'androne lastricato, l'ingresso e la prima rampa di scale, diversamente dal resto della casa interamente pavimentata in quercia, presentano una finitura in ghiaia posata a mano nel cemento, ad evocare il tema del cortile e del vicolo che entrano nello spazio della casa.
La materializzazione è elemento fondamentale di questa architettura. È ciò che ne fa architettura.
La poesia qui deriva dalla comprensione di una idea di come si costruisce la qualità, dalla sensazione che niente, seppure potenzialmente e infinitamente diverso, qui può essere realmente diverso, che nessun oggetto è superfluo, ma interpreta un ruolo nel progettato equilibrio di parti.
L'autore dice che la poesia non segue procedimenti razionali, ma talvolta, semplicemente, la percepisci.
E che non è possibile riconoscere un momento preciso in cui questa magia si realizza. Nella ricerca, nel progetto, dopo un po', si capisce che la strada intrapresa possiede un grado di verità e porta al giusto, al bello.
Così può esserci la “Stimmung”, una specie di atmosfera in cui colui che la sperimenta entra in partecipazione attiva con lo spazio che lo accoglie, nel sentire inconsciamente che un ambiente è corretto.
'Creare atmosfere in architettura significa avere mestiere'1.
Nel caso di questa ex-stalla, l'atmosfera è raggiunta proprio attraverso la cura e la cultura del mestiere, che si materializza coerentemente alla 'ruvidità' del luogo, e si esprime, meticolosa, nel progetto dei dettagli, in un omaggio all'artigianato, al saper fare.
1 Peter Zumthor, "Atmosfere"
STRUTTURE
Toscano SA St.Moritz
OPERE DI FALEGNAMERIA
Geering Uster
SERRAMENTI
Tam Vicosoprano
PUBBLICAZIONI
- G. Matzig, W. Bachmann, Häuser des Jahres. Die besten Einfamilienhäuser, Callwey Verlag, Munchen, 2011
- Bauwelt, Germania, n.30|2011
- Archi, Rivista Svizzera di Architettura, Ingegneria e Urbanistica, n.2|2011
- Alps magazine, Germania, n.1|2010
- 900+/Vàclav Sedy. Fotografie di architettura al centro delle Alpi 1900-2010, catalogo della mostra, editore Fondazione Credito Valtellinese, Sondrio, 2010
RICONOSCIMENTI
- Primo premio Häuser des Jahres 2011
- Menzione d’onore per il dettaglio architettonico e costruttivo Fondazione Barbara Cappochin 2011
- Best Architect AWARD 2012 – menzione d’oro
Il progetto di riqualificazione della stalla affronta il tema del recupero di un edificio rurale in disuso, collocato nel nucleo storico, e la sua trasformazione in spazio per abitare. La scelta di conservare il volume originario, con i muri angolari in pietra e il tetto in piode, denota l'attenzione per la lettura del tessuto urbano e l'interpretazione di questo edificio come segno importante per comprendere le stratificazioni che hanno configurato il villaggio di Soglio e i suoi margini.
La stalla, edificata nella seconda metà del diciannovesimo secolo, era infatti l'ultima costruzione, insieme alla casa del pastore, nel percorso di uscita dal nucleo verso i monti.
Il progetto indaga la possibilità di costruire in continuità con l'esistente, attraverso metodi e materiali contemporanei capaci di assumere i caratteri identitari del luogo, in un dialogo tra modernità e tradizione, senza alcuna nostalgia per il passato e, in questo caso, per l'odore di stalla.
La cura per un ambientamento corretto genera un'architettura sobria che si propone come intervento nuovo e, allo stesso tempo, come fatto normale per il villaggio.
Da un punto di vista distributivo, la casa si articola su tre livelli, l'ingresso è al piano terra, con gli ambienti di servizio e le stanze per gli ospiti affacciate sul cortile, il primo piano è un ambiente unico con cucina, soggiorno e studio disposti intorno al blocco delle scale e del focolare, un'ulteriore camera e la loggia sono collocate al secondo piano.
I fronti sono in pietra e legno, come la tessitura originaria, e presentano inserti in calcestruzzo battuto, con un'anima in cemento armato, a incorniciare le nuove aperture del piano terra. Assi verticali in legno di quercia sono ritmicamente accostate a comporre una schermatura manualmente mobile, un filtro per la luce che disegna all'interno campiture d'ombra variabili, attraverso le grandi aperture divise già in origine da una croce in abete.
Gli spazi esterni sono disposti su tre livelli, secondo il declivio naturale, connessi tra loro da un muro di cinta che li delimita verso l'esterno, nella tradizione dell'hortus conclusus. Il muro moderno è in calcestruzzo battuto, sembra un'estensione dei muri interni alla casa, da questi prende origine e materializzazione, facendosi carico di generare dalla ex-stalla una nuova esperienza urbana, enunciando la teoria del costruire contemporaneo in continuità con il contesto.
L'alchimia del progetto è creata da pochi elementi, che assumono perciò un valore di essenzialità e necessità.
I materiali impiegati, contemporanei ma non composti, non industriali, sono calcestruzzo battuto, legno massello di quercia grezzo e acciaio saldato trattato a mano, il loro essere “accordati”, con chiarezza e distinzione, rende evidente il principio architettonico.
Il materiale ha un aspetto grezzo, ma è preparato e usato con estrema precisione, non con improvvisazione e approssimazione, ma con il progetto e la capacità artigianale.
La struttura interna è in calcestruzzo battuto lasciato a vista, nel quale il soffitto in quercia penetra mentre, con una fuga di un centimetro, resta staccato il pavimento.
Il calcestruzzo battuto ha un comportamento statico assimilabile a quello del muro tradizionale in mattoni. Il nuovo muro non è concepito come una “scatola” posta all’interno dell'involucro esistente, bensì ricerca una fusione con il muro antico in pietra, come fosse una sua traduzione in linguaggio e tecnica contemporanei.
Tutto ciò che è nuovo qui è progettato in modo esatto. Il calcestruzzo è realizzato in fasi giornaliere di 17 cm, il tagwerk -il lavoro di un giorno- è riconoscibile nella stratificazione orizzontale dei muri, è intrinsecamente impreciso ma la visibile imprecisione è stata prevista e controllata.
Tutto viene predisposto prima del getto, interruttori, scarichi, serpentine per il riscaldamento a parete, telai delle porte e ancoraggi dei serramenti.
L'esecuzione è sperimentale e deriva da una ricerca condotta attraverso prove e modelli realizzati in scala 1:1, che hanno confermato la scelta del tipo di legno, la quercia, e le modalità di relazione e accostamento tra i materiali.
Venticinque metri cubi di quercia indigena sono stati acquistati e lavorati nel medesimo luogo, affinchè il materiale utilizzato dal carpentiere e quello usato poi dal falegname avessero lo stesso colore e comportamento, la stessa patina che racconterà su pavimenti e soffitti, porte, letti e armadi, lavandini, l'essere della casa nel tempo e la vita che in essa si svolge.
Come nelle antiche dimore locali dall'androne lastricato, l'ingresso e la prima rampa di scale, diversamente dal resto della casa interamente pavimentata in quercia, presentano una finitura in ghiaia posata a mano nel cemento, ad evocare il tema del cortile e del vicolo che entrano nello spazio della casa.
La materializzazione è elemento fondamentale di questa architettura. È ciò che ne fa architettura.
La poesia qui deriva dalla comprensione di una idea di come si costruisce la qualità, dalla sensazione che niente, seppure potenzialmente e infinitamente diverso, qui può essere realmente diverso, che nessun oggetto è superfluo, ma interpreta un ruolo nel progettato equilibrio di parti.
L'autore dice che la poesia non segue procedimenti razionali, ma talvolta, semplicemente, la percepisci.
E che non è possibile riconoscere un momento preciso in cui questa magia si realizza. Nella ricerca, nel progetto, dopo un po', si capisce che la strada intrapresa possiede un grado di verità e porta al giusto, al bello.
Così può esserci la “Stimmung”, una specie di atmosfera in cui colui che la sperimenta entra in partecipazione attiva con lo spazio che lo accoglie, nel sentire inconsciamente che un ambiente è corretto.
'Creare atmosfere in architettura significa avere mestiere'1.
Nel caso di questa ex-stalla, l'atmosfera è raggiunta proprio attraverso la cura e la cultura del mestiere, che si materializza coerentemente alla 'ruvidità' del luogo, e si esprime, meticolosa, nel progetto dei dettagli, in un omaggio all'artigianato, al saper fare.
1 Peter Zumthor, "Atmosfere"
STRUTTURE
Toscano SA St.Moritz
OPERE DI FALEGNAMERIA
Geering Uster
SERRAMENTI
Tam Vicosoprano
PUBBLICAZIONI
- G. Matzig, W. Bachmann, Häuser des Jahres. Die besten Einfamilienhäuser, Callwey Verlag, Munchen, 2011
- Bauwelt, Germania, n.30|2011
- Archi, Rivista Svizzera di Architettura, Ingegneria e Urbanistica, n.2|2011
- Alps magazine, Germania, n.1|2010
- 900+/Vàclav Sedy. Fotografie di architettura al centro delle Alpi 1900-2010, catalogo della mostra, editore Fondazione Credito Valtellinese, Sondrio, 2010
RICONOSCIMENTI
- Primo premio Häuser des Jahres 2011
- Menzione d’onore per il dettaglio architettonico e costruttivo Fondazione Barbara Cappochin 2011
- Best Architect AWARD 2012 – menzione d’oro
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